Filarmonica della Chitarra
Associazione musicale
mercoledì 12 giugno 2013
martedì 23 aprile 2013
Dieci piccoli consigli sui problemi più comuni della tecnica chitarristica
di Leo Brouwer
1) Il chitarrista non ascolta "riferimenti". Se suona Giuliani deve ascoltare Rossini, se interpreta Tarrega deve ascoltare Chopin, se suona Scarlatti deve ascoltare l'originale sul Clavicembalo.
2) Necessità di uniformare i tocchi appoggiato e libero per cercare uguale qualità di suono e di colore.
3) Lo studio meccanico della tecnica è inefficace. Per esempio ci si abitua a eseguire le scale in modo abitudinario il che non apporta sviluppo. Tanto più quando si accelera lo studio delle scale stesse con il metronomo per arrivare ad una maggiore velocità. Si lasciano da parte le possibilità dinamiche (crescendo, decrescendo), il cambio di ritmo che costringe a rivolgere l'attenzione alla mano sinistra, ecc.
4) I legati della mano sinistra si realizzano di solito con una pressione inadeguata, generalmente eccessiva, contrariamente a ciò che si pensa. Allo stesso modo il legato discendente si realizza"tirando" troppo la corda. Ricordiamo che così facendo non utilizziamo "a favore" la vibrazione della corda (basta sollevare il dito senza tirare)
5) Si può studiare ma non interpretare con il metronomo.
6) I temi e le armonie sono importanti, gli "effetti" non lo sono. Questi sono il maquillage o il vestiario, non determinano la personalità che li indossa.
7) Non bisogna abbandonare la ricerca della bellezza del suono. Costruiamo i nostri fortissimo e pianissimo in una scala di qualità sonora. I suoni duri, quelli aspri o quelli leggerissimi vanno utilizzati come eccezioni, come effetti più vicini alla percussione che alle componenti sonore importanti. E' sgradevole sentire il forte-duro e il piano-impercettibile
8) Il chitarrista deve cantare interiormente, così si renderà conto della direzionalità melodica. Non c'è niente di più noioso di una melodia piatta e di un'opera senza colori.
9) Cos'è il vibrato? Il chitarrista vibra pensando alla bellezza ma questo è un errore (provate a vibrare ogni nota del Preludio n°3 di Villa-Lobos: si otterrà qualcosa di ridicolo).
"Il vibrato non è bellezza, è intensità".
Il vibrato lento si applica generalmente su note lunghe e passaggi tranquilli. Ha la funzione di prolungare la risonanza.
10) L'equilibrio dei blocchi sonori, come accordi, rasgueados, ecc, soffre della disuguaglianza delle corde. Le più critiche sono la terza (di suono scuro) e la seconda (di suono debole, quasi metallico). Ponendo attenzione a queste corde intermedie e facendole risaltare si bilancia il suono complessivo dell'accordo. Ricordiamo che neanche i bassi potenti aiutano queste corde deboli. Il rasgueado classico non raggiunge la bellezza di quello flamenco per una semplice ragione: il chitarrista classico lascia cadere la mano e fa risuonare con il tocco indiscriminato le corde gravi e medie, producendo più una percussione che un suono chiaro. Il chitarrista flamenco "indirizza" il tocco verso le prime corde cercando chiarezza, che è proprio ciò di cui necessita lo strumento.
Tratto da "Gajes del oficio" di Leo Brouwer
di Leo Brouwer
1) Il chitarrista non ascolta "riferimenti". Se suona Giuliani deve ascoltare Rossini, se interpreta Tarrega deve ascoltare Chopin, se suona Scarlatti deve ascoltare l'originale sul Clavicembalo.
2) Necessità di uniformare i tocchi appoggiato e libero per cercare uguale qualità di suono e di colore.
3) Lo studio meccanico della tecnica è inefficace. Per esempio ci si abitua a eseguire le scale in modo abitudinario il che non apporta sviluppo. Tanto più quando si accelera lo studio delle scale stesse con il metronomo per arrivare ad una maggiore velocità. Si lasciano da parte le possibilità dinamiche (crescendo, decrescendo), il cambio di ritmo che costringe a rivolgere l'attenzione alla mano sinistra, ecc.
4) I legati della mano sinistra si realizzano di solito con una pressione inadeguata, generalmente eccessiva, contrariamente a ciò che si pensa. Allo stesso modo il legato discendente si realizza"tirando" troppo la corda. Ricordiamo che così facendo non utilizziamo "a favore" la vibrazione della corda (basta sollevare il dito senza tirare)
5) Si può studiare ma non interpretare con il metronomo.
6) I temi e le armonie sono importanti, gli "effetti" non lo sono. Questi sono il maquillage o il vestiario, non determinano la personalità che li indossa.
7) Non bisogna abbandonare la ricerca della bellezza del suono. Costruiamo i nostri fortissimo e pianissimo in una scala di qualità sonora. I suoni duri, quelli aspri o quelli leggerissimi vanno utilizzati come eccezioni, come effetti più vicini alla percussione che alle componenti sonore importanti. E' sgradevole sentire il forte-duro e il piano-impercettibile
8) Il chitarrista deve cantare interiormente, così si renderà conto della direzionalità melodica. Non c'è niente di più noioso di una melodia piatta e di un'opera senza colori.
9) Cos'è il vibrato? Il chitarrista vibra pensando alla bellezza ma questo è un errore (provate a vibrare ogni nota del Preludio n°3 di Villa-Lobos: si otterrà qualcosa di ridicolo).
"Il vibrato non è bellezza, è intensità".
Il vibrato lento si applica generalmente su note lunghe e passaggi tranquilli. Ha la funzione di prolungare la risonanza.
10) L'equilibrio dei blocchi sonori, come accordi, rasgueados, ecc, soffre della disuguaglianza delle corde. Le più critiche sono la terza (di suono scuro) e la seconda (di suono debole, quasi metallico). Ponendo attenzione a queste corde intermedie e facendole risaltare si bilancia il suono complessivo dell'accordo. Ricordiamo che neanche i bassi potenti aiutano queste corde deboli. Il rasgueado classico non raggiunge la bellezza di quello flamenco per una semplice ragione: il chitarrista classico lascia cadere la mano e fa risuonare con il tocco indiscriminato le corde gravi e medie, producendo più una percussione che un suono chiaro. Il chitarrista flamenco "indirizza" il tocco verso le prime corde cercando chiarezza, che è proprio ciò di cui necessita lo strumento.
Tratto da "Gajes del oficio" di Leo Brouwer
domenica 30 settembre 2012
ISCRIZIONI ANNO ACCADEMICO 2012-2013
Un
caloroso saluto a tutti gli associati e benvenuto
a chi intenda iscriversi ai nostri corsi.
Informazioni utili:
- L'anno accademico comincia il 1° ottobre e finisce il 30 giugno.
- Le lezioni sono individuali.
- L'iscrizione è aperta a tutti senza limiti di età. Solo per i più piccoli (8 - 12 anni) è consigliato un colloquio congiunto tra genitori, insegnante ed allievo per definire con chiarezza quali sono gli intenti e le finalità dell'esperienza che il bambino andrà ad affrontare.
- Le Lezioni hanno cadenza settimanale della durata di un'ora; fanno eccezione i bambini (40 minuti) e coloro che intendano svolgere l'esame di compimento medio e superiore presso il Conservatorio (un'ora e mezza).
- Le lezioni di recupero dovute all'assenza dell'allievo si svolgeranno nella prima metà del mese di luglio e saranno al massimo due.
- E' necessario avere uno strumento personale.
- Giorno ed orari sono da stabilire al momento dell'iscrizione.
Diamo di seguito indicazioni dettagliate su come
sono strutturate le lezioni:
Principianti
Una
frazione della lezione (in genere 10 minuti) è riservata alla
conoscenza della musica (teoria e solfeggio, per una lettura
scorrevole dello spartito). Il resto dell'ora è dedicato alla
chitarra. E' opportuno un minimo impegno casalingo per
approfondire gli argomenti affrontati nella lezione. Una pratica
quotidiana consentirà a tutti di ottenere importanti risultati nel
minor tempo possibile.
Amatori
Il corso è rivolto ad un pubblico adulto che ha
già avuto esperienze chitarristiche nel passato ed intenda
riprendere gli studi con nuova consapevolezza. Si tratta quasi sempre
di “studenti-lavoratori” che non hanno molto tempo a
disposizione. Pertanto la lezione è strutturata in modo da ridurre
al minimo l'apporto tecnico - meccanico e rivolgere l'attenzione al
repertorio, quest'ultimo da concordare con il maestro a seconda dei
propri gusti e capacità.
Preparazione agli Esami di Conservatorio
Si
basa principlamente sullo sviluppo dei programmi ministeriali facendo
attenzione ad ampliare il più possibile la conoscenza del
repertorio. Per l'esame di compimento inferiore (V° anno) è
sufficiente la lezione settimanale di un'ora; per il compimento Medio
(VIII° anno) e Superiore (X° anno-Diploma) si ritiene opportuno,
considerata la lunghezza dei programmi, concordare la lezione della
durata di un'ora e mezza.
E' nostra convinzione che non esista un solo
metodo per insegnare a suonare uno strumento e, tanto meno, per
affrontare lo studio della Musica. Pensiamo invece che il procedere
sia dato dal rapporto dialettico ed esclusivo che si deve instaurare
tra docente e discente nell'intreccio delle reciproche capacità ed
intuizioni.
mercoledì 16 maggio 2012
"DIECI
CORDE PER BACH”
Johann Sebastian Bach
“Suite
BWV 995” in la minore (orig. Sol min.)
ANDREA
GALLO Chitarra
--
“Suite
BWV 1011 n°V” in do minore
PAOLA
FURETTA Violoncello
VENERDI
18 MAGGIO 2012
ORE
20,30
presso
la Basilica di San Saba
Le suites che presentiamo in questo concerto rappresentano uno dei rari casi in cui la stessa opera viene pensata e scritta dallo stesso autore per due strumenti diversi (in questo caso, violoncello e liuto).
Ad oggi non è ancora possibile attribuire ad esse data certa, né pertanto sappiamo quale sia l'ordine temporale di composizione. La tradizione ipotizza che la suite per violoncello sia precedente, sebbene proprio il manoscritto per violoncello non sia mai stato rinvenuto.
Riteniamo che possa essere interessante per il pubblico l'ascolto congiunto delle due suites, affinchè si possano apprezzare, nelle due esecuzioni, timbri, volumi e tessiture così lontani tra loro.
Ci sembra opportuno ricordare che “la trasposizione per chitarra costituisce un logico passo nella direzione indicataci dallo stesso Bach. La trascrizione, alla quale egli spesso ricorreva, era allora il mezzo migliore per adattare una composizione (non sempre definitiva in se) a strumenti diversi che potessero rendere in modo efficace il significato musicale.”(1)
Alla curiosità estetica di percepire, nell'identità dell'opera, le differenze sonore dei due strumenti, la peculiarità della scrittura utilizzata da Bach è apprezzabile, all'ascolto, anche nel diverso apporto polifonico che caratterizza le due partiture.
1.
Dalla prefazione alla Suite BWV 995 di Oscar Ghiglia
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Paola Furetta,
Suite BWV 995,
Suite BWX 1011,
trascrizione,
Violoncello
sabato 12 maggio 2012
sabato 7 gennaio 2012
venerdì 23 dicembre 2011
AUGURI DI BUON NATALE
E
FELICE ANNO NUOVO
La coltura degli alberi di natale
Vi sono molti atteggiamenti riguardo al Natale
E alcuni il possiamo trascurare:
Il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale,
Il rumoroso (essendo il bar aperto fino a mezzanotte),
E l'infantile - che non è quello del bimbo
Che crede ogni candela una stella, e l'angelo dorato
Che spiega le ali alla cima dell'albero
Non solo una decorazione, ma anche un angelo.
Il fanciullo stupisce di fronte all'albero di Natale
Lasciatelo dunque in spirito di meraviglia
Di fronte alla Festa, a un evento accettato non come pretesto;
Così che il rapimento splendido, e lo stupore
Del primo albero di Natale ricordato, e le sorprese, l'incanto
Dei primi doni ricevuti (ognuno
Con un profumo inconfondibile e eccitante),
E l'attesa dell'oca o del tacchino, l'evento
Atteso e che stupisce al suo apparire,
E reverenza e gioia non debbano
Essere mai dimenticate nella più tarda esperienza
Nella stanca abitudine, nella fatica, nel tedio,
Nella consapevolezza della morte, della coscienza del fallimento
Nella pietà del convertito
Che si potrebbe contaminare di vanagloria
Spiacente a Dio e irrispettosa verso i fanciulli
(E qui ricordo con gratitudine anche
Santa Lucia, con la sua canzoncina e la sua corona di fuoco):
Così che prima della fine, l'ottantesimo Natale
E alcuni il possiamo trascurare:
Il torpido, il sociale, quello sfacciatamente commerciale,
Il rumoroso (essendo il bar aperto fino a mezzanotte),
E l'infantile - che non è quello del bimbo
Che crede ogni candela una stella, e l'angelo dorato
Che spiega le ali alla cima dell'albero
Non solo una decorazione, ma anche un angelo.
Il fanciullo stupisce di fronte all'albero di Natale
Lasciatelo dunque in spirito di meraviglia
Di fronte alla Festa, a un evento accettato non come pretesto;
Così che il rapimento splendido, e lo stupore
Del primo albero di Natale ricordato, e le sorprese, l'incanto
Dei primi doni ricevuti (ognuno
Con un profumo inconfondibile e eccitante),
E l'attesa dell'oca o del tacchino, l'evento
Atteso e che stupisce al suo apparire,
E reverenza e gioia non debbano
Essere mai dimenticate nella più tarda esperienza
Nella stanca abitudine, nella fatica, nel tedio,
Nella consapevolezza della morte, della coscienza del fallimento
Nella pietà del convertito
Che si potrebbe contaminare di vanagloria
Spiacente a Dio e irrispettosa verso i fanciulli
(E qui ricordo con gratitudine anche
Santa Lucia, con la sua canzoncina e la sua corona di fuoco):
Così che prima della fine, l'ottantesimo Natale
(significando l'ultimo, qualunque esso sia)
Le accumulate memorie dell'emozione annuale
Possano concentrarsi in una grande gioia
Simile sempre a un grande timore, come nell'occasione
In cui il timore giunse ad ogni anima:
Perché l'inizio ci ricorderà la fine
E la prima venuta la secondo venuta.
Le accumulate memorie dell'emozione annuale
Possano concentrarsi in una grande gioia
Simile sempre a un grande timore, come nell'occasione
In cui il timore giunse ad ogni anima:
Perché l'inizio ci ricorderà la fine
E la prima venuta la secondo venuta.
T.S.ELIOT
"Poesie" ,Bompiani, 1995
"Poesie" ,Bompiani, 1995
Traduzione a cura di Roberto Sanesi
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